fu chiesto: “qual’è la terza enunciazione?” e la risposta di Linchi fu : “guardate le marionette che si muovono sulla scena. C’è sempre un uomo all’interno che tira i loro fili”
commento
beh è chiaro che le marionette siamo noi che ci muoviamo sulla scena della vita, biologicamente parlando sarebbe il nostro fenotipo e chi tira i fili, sempre biologicamente parlando, è il genotipo. Tuttavia sappiamo che i nostri comportamenti non sono così meccanicisticamente preordinati. Essi derivano dalla interazione tra il nostro essere biologico e l’ambiente.
Uscendo dalla metafora biologica: le nostre scelte sono sempre determinate dalla interazione tra la nostra marionetta (il relativo) e il Dharma (l’assoluto).
Sta a noi far prevalere l’uno o l’altro, scegliendo.
Se poi volessimo approfondire potremmo chiederci se chi tira i fili (la natura di Buddha, il nostro uomo originale) siamo ancora noi stessi nella versione di vacuità o è la nostra natura originale (come sostengono i praticanti dell’Amida buddha) e cioè se siamo omodiretti o eterodiretti.
Eccoci affacciati al mistero !. Qui non valgono più le parole. Monismo o dualismo, impersonale o personale, eterno o contingente diventano antagonismi privi di significato. Frutti della nostra mente discriminante. Ci rimane solo la capacità di accettazione dei nostri limiti e del mistero che da sempre ci accompagna. D’ora in poi ogni scelta è lecita, ognuno scelga la sua strada verso l’armonia, la dedizione e la serenità!