DISCORSO SETTIMO

Per chi si trova in cima ad una vetta non c’è via di fuga. Per chi è ad un incrocio non c’è davanti nè dietro. Di questi due chi è che vince sull’altro?

Commento

A prima vista attraggono la nostra attenzione due condizioni antagoniste: la montagna solitaria e l’incrocio sede di per sé di relazioni. Dunque avremmo due persone che stanno in contesti opposti e la domanda “dei due chi vince” ci trae in inganno facendoci intravedere una specie di competizione tra le due situazioni.

In realtà ciò a cui dare attenzione è il loro comune limite: non c’è via di fuga dalla montagna, non c’è orientamento nell’incrocio.

Dunque nessuno dei due può vincere né se è nella condizione di solitudine né se è nella condizione di relazione sociale.

La nostra condizione umana si presenta proprio così. Possiamo essere in fase eremitica e di ascesi o in fase di forte socialità ma la nostra vita sempre dipendente da condizioni esterne è ed una ineluttabile fine avrà. Come uscirne?

L’unica risposta è il “non fare”. Accettare consapevolmente il limite. Come dal silenzio della nostra mente sorge la vera risposta, così dal non fare sorgerà spontanea la nostra capacità di adattamento ed armonia.

Pubblicato da zenrinzairoberto

nato a Trieste 12.1.47, residente da 2 anni in Tunisia, pediatra in terapia intensiva neonatale fino al pensionamento, successivamente in missioni all'estero come medico: Zimbabwe, India, Pakistan, Afghanistan. Pratica zen rinzai da 30 anni presso il bukkosan zenshinji di Orvieto, guida spirituale M° Taino già allievo di Yamada Mumon Roshi Qualche annofa, dopo aver terminato il percorso formale (che non finisce mai e forse...mai inizia) ho scelto l'ordinazione monacale. Nonno sei volte. Padre tre volte. Sposato una volta.