esortazione dell’11.11.2019

Esortazione roma 11.11.19

Recitiamo tutte le sere il Daito Kokushi yuicai. E’ un esempio molto chiaro di due modi di affrontare la vita: il primo  è quello di chi si gratifica con onori e magari anche oneri ma punta comunque sul successo sociale, sul privilegio, sul riconoscimento degli altri ( molti di voi reciteranno sutra e dharani, templi prosperosi.. oro e argento); il secondo modo è quello di chi vive nella capanna cucinando in pentole a gambe rotte ma ben presente a sé stesso. L’esortazione di Daito è : siate come quest’ultimo e sarete al cospetto della vera natura universale, la natura di Buddha, riuscirete ad “essere come si è” e “vedrete il mondo come è”. Già ma come si è realmente? E il mondo come è realmente?  Quale punto di vista ci può permettere di accedere a quell’assoluto eterno di cui il relativo impermanente è manifestazione?  Per capirlo dobbiamo rifarci ad una esperienza che ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella vita. Incontrare ed avere rapporti con qualcuno che nelle vecchie Selezioni del reader’s digest veniva indicato come “una persona che non dimenticherò mai”. Sono quelle persone che si notano per la semplicità  dei discorsi, per la rettitudine, per la capacità di eseguire “atti puri”, quegli atti che si possono anche definire “azioni senza scopo”.  Essi hanno tutti una caratteristica comune: essere conseguenti nei pensieri e nelle azioni.  Sono l’esempio di come si possa “stare bene” con sé stessi e di conseguenza con gli altri  riuscendo ad essere armonici in quel grande sistema che è l’universo.  Quando parliamo di consapevolezza, ci riferiamo proprio a questa capacità di integrazione armonica nel mondo attraverso la quale diveniamo eterni.  Possiamo tranquillamente chiamarlo atteggiamento “etico” Non a caso in tutte le religioni esistono dettami comportamentali a coronamento di quella che si può chiamare “grazia” (nel cristianesimo) o illuminazione ( nello zen). Sono quelli che noi chiamiamo “ le perfezioni” e nel cristianesimo si chiamano virtù. Guarda caso perfettamente sovrapponibili (generosità, forza d’animo, equanimità, pazienza etc/ carità,fortezza, temperanza etc).  Per questo l’etica intesa come etica interiore ( cioè che scaturisce dalla nostra capacità di stare bene) deve essere parte integrante del nostro agire e del nostro pensare.  Senza l’etica così intesa potremo prolungare indefinitamente i nostri sforzi ma rischieremo sempre, guardandoci retrospettivamente, di trovarci amaramente con un pugno di mosche in mano.

Pubblicato da zenrinzairoberto

nato a Trieste 12.1.47, residente da 2 anni in Tunisia, pediatra in terapia intensiva neonatale fino al pensionamento, successivamente in missioni all'estero come medico: Zimbabwe, India, Pakistan, Afghanistan. Pratica zen rinzai da 30 anni presso il bukkosan zenshinji di Orvieto, guida spirituale M° Taino già allievo di Yamada Mumon Roshi Qualche annofa, dopo aver terminato il percorso formale (che non finisce mai e forse...mai inizia) ho scelto l'ordinazione monacale. Nonno sei volte. Padre tre volte. Sposato una volta.