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Noi tutti nel corso della  vita  ci giudichiamo e giudichiamo i nostri atti con “spirito etico”. E’ come se in noi agisse un omuncolo pronto in ogni momento a soppesare le nostre azioni. Tale dinamica è stata espressa in campo psicologico con le categorie dell’ego e dell superego. Nei casi positivi questa modalità sdoppiata ci determina gratificazione, nei casi negativi rimorsi sensi di colpa. E’ una modalità sbagliata?  Forse non del tutto. E’ per suo merito che riusciamo ad astenerci da atti di sopraffazione, dal mentire, dalla appropriazione indebita. E’ anche per suo merito che riusciamo a gratificarci nei momenti difficili. E’ la dinamica più comune tra gli esseri umani.  Ma a noi che pratichiamo lo zen questo non basta. Siamo più ambiziosi  e vogliamo fare un passo in più : arrivare ad unificare noi stessi, a non essere più “doppi” – giudicato e giudicante- ma al contrario far fluire i nostri comportamenti in modo armonico. Se saremo consapevoli fin in fondo della nostra natura unitaria, della nostra connaturata eticità, non avremo più bisogno né di soffrire nel rimorso né di gongolare nella transitoria gratificazione. Saremo bodhisattva!!

Pubblicato da zenrinzairoberto

nato a Trieste 12.1.47, residente da 2 anni in Tunisia, pediatra in terapia intensiva neonatale fino al pensionamento, successivamente in missioni all'estero come medico: Zimbabwe, India, Pakistan, Afghanistan. Pratica zen rinzai da 30 anni presso il bukkosan zenshinji di Orvieto, guida spirituale M° Taino già allievo di Yamada Mumon Roshi Qualche annofa, dopo aver terminato il percorso formale (che non finisce mai e forse...mai inizia) ho scelto l'ordinazione monacale. Nonno sei volte. Padre tre volte. Sposato una volta.