talvolta non sopprimo né l’uomo né l’oggetto
la domanda del monaco: che significa?
Risposta di Linchi: -il re sale nel suo palazzo ornato di pietre preziose, nella campagna i vecchi si mettono a cantare-
commento:
eccoci all’epilogo: prima abbiamo cercato di agire sul mondo, poi sulla nostra mente, poi ci siamo isolati in una visione autarchica ma alla fine ritorniamo nel mondo e riusciamo a vivere con occhi diversi e più armonici, coniugando la nostra mente con gli accadimenti che ci circondano in modo da viverli senza attrito. Questa ultima affermazione, decisamente poetica, di Rinzai è molto simile alla fine dei 10 quadri del toro quando il contadino, dopo averlo raggiunto nei boschi ed averlo domato ritorna al mercato cavalcandolo o anche alla situazione in cui i fiumi tornano ad essere fiumi e le montagne ad essere montagne.
Tutto il percorso fin qui delineato non va immaginato come una serie di eventi mentali che realizziamo in successione lineare. Al contrario essi sono modalità interpretative che si sommano, avanzano, indietreggiano e si sommergono reciprocamente e sono applicabili contemporaneamente a noi e ai nostri interlocutori . Bisogna sapersi sempre districare tra le possibilità a nostra disposizione. Quanto dirà da ora in poi in questo discorso Linchi sarà un incoraggiamento e una chiarificazione necessari.