2° discorso Linchilu

SECONDO DISCORSO

 

Ed eccoci al secondo discorso che è brevissimo.

Solito consigliere Wang e stavolta è un venerabile vecchietto Ma yu, amico di Linchi, a porre una domanda insidiosa: “Avalokitesvara ha mille mani e mille occhi, quale è il principale?”

Anche qui la risposta di Linchi è una domanda, stavolta la ripetizione di quanto chiesto da Ma Yu: “qual è il principale? Rispondi subito!”

Ma Yu spinse giù dal seggio Lin chi e si sedette al posto suo. Linchi si avvicinò  a Ma Yu e gli disse :”tu non capisci”.

Ma Yu rimase interdetto e Linchi approfittò per riprendersi il posto sul seggio.

 

Commento

Ecco qui uno scambio di ruoli che si avvera sulla base di una sola domanda e sulle reazioni che essa suscita. Troveremo spesso situazioni del genere andando avanti.

In questo caso l’ospitante, il padrone di casa, è Linchi e l’ospite è Ma Yu.   Ma Yu fa una domanda alla quale si può solo rispondere da sé stessi dal punto di vista dello zen.

Avalokitesvara, il bodhisattva della compassione, quello della prajna paramita, è rappresentato con mille mani e mille occhi a significare la sua infinita capacità di aiuto al mondo, distribuita senza merito come azione pura e spontanea!  Che senso ha chiedersi quale è la migliore?

Dunque una domanda a cui non c’è risposta e così come succede spesso nei koan la domanda viene rivoltata a chi l’ha fatta.

Tentativo di far capire la sua inutilità.  Tentativo di far capire che la risposta non sta nel ragionare ma nel cogliere direttamente l’essenza dell’essere bodhisattva Tuttavia facendo così Lin chi da padrone di casa che risponde alle domande dell’ospite si mette nella condizione di essere l’ospite che chiede al padrone di casa. A questo punto Ma Yu si sente autorizzato a prende il potere sedendosi al posto di Lin chi.  E’ lui ora il Maestro!

Lin chi però ha la carta vincente e gli dice: “non capisci!”.  Un attimo di perplessità di Ma Yu e si ristabiliscono le gerarchie. Linchi riprende il suo posto.

A chi di noi non è capitato, una volta nella vita, di non saper rispondere ad una domanda a bruciapelo e con questo perdere ogni vantaggio che si pensava di avere?

Per riassumere questi due personaggi, accomunati in fondo da una reciproca profonda comprensione cosa ci dicono in questo giuoco? a) sulle questioni di pratica ognuno deve essere maestro a sé stesso  b) la comprensione si avvera attraverso l’intuizione non attraverso i ragionamenti  c) bisogna essere in grado di sostenere il ruolo che ci siamo dati nella vita ma tutto è impermanente e dunque essere pronti, sempre, a passare dalle stelle alle stalle godendoci  comunque quanto la vita ci offre!

 

 

 

 

Pubblicato da zenrinzairoberto

nato a Trieste 12.1.47, residente da 2 anni in Tunisia, pediatra in terapia intensiva neonatale fino al pensionamento, successivamente in missioni all'estero come medico: Zimbabwe, India, Pakistan, Afghanistan. Pratica zen rinzai da 30 anni presso il bukkosan zenshinji di Orvieto, guida spirituale M° Taino già allievo di Yamada Mumon Roshi Qualche annofa, dopo aver terminato il percorso formale (che non finisce mai e forse...mai inizia) ho scelto l'ordinazione monacale. Nonno sei volte. Padre tre volte. Sposato una volta.