seconda enunciazione: “ come può la comprensione meravigliarsi che le vengano proposte delle questioni? Come potrà l’espediente della salvazione arrivare a destinazione?
Commento
siamo arrivati alla conclusione della prima fase, quella della formazione ed eccoci pronti, affacciati al mondo. Non più il rapporto a due maestro – praticante ma noi e la nostra missione di bodhisattva rivolta a tutti gli esseri senzienti.
Come agire per far arrivare il messaggio di salvezza?
La chiave della risposta sta nella nostra stessa pratica: unità, consapevolezza, accettazione, zazen. Eppure… non devono diventare idoli. Sono solo le scarpe che ci conducono sul sentiero che porta alla salvezza nostra e di tutti. Il sentiero è invece la compassione. Ma anche la compassione può diventare idolo se resta parola e non diviene pratica. E come diviene pratica? Dobbiamo ricordare Avalotikesvara, il bodhisattva della compassione. Rappresentato con mille braccia e mille mani in ognuna delle quali è un occhio, per esprimere la sua capacità di vedere e rispondere ai bisogni del mondo . Quelli che gli altri propongono, non quelli che immaginiamo noi per loro!