discorso sesto, secondo paragrafo

Secondo paragrafo

Un monaco chiese:

Nel caso di shishi che puliva il riso, dove andò quando si dimenticò di muovere i piedi?

Linchi rispose:

Sommerso nella sorgente profonda.

Commento

Si deve sapere che il riso veniva pulito con un congegno funzionante a pedale per cui bisognava muovere i piedi per farlo andare e che shi shi era un laico precedentemente monaco adibito a questo lavoro.

Si può intendere questo brano in modi drasticamente opposti, a seconda che interpretiamo questo dimenticarsi di Shishi come una distrazione o al contrario come un divenire unico con ciò che si sta facendo.

Nel primo caso dovremmo vedere l’essere sommerso come un affogare nella distrazione, nel secondo come un giungere alla radice ultima di noi stessi.

Quale interpretazione è quella giusta? Forse tutte e due.

Dobbiamo essere clementi con noi stessi, sapere accettare anche la nostra distrazione. Anzi usarla per cogliere la pienezza dei momenti di massima concentrazione e attenzione che sappiamo avere prima e dopo. Solo così saremo naturali e spontanei in ciò che facciamo. Non è con la rigidità che si può vivere consapevolmente!

Pubblicato da zenrinzairoberto

nato a Trieste 12.1.47, residente da 2 anni in Tunisia, pediatra in terapia intensiva neonatale fino al pensionamento, successivamente in missioni all'estero come medico: Zimbabwe, India, Pakistan, Afghanistan. Pratica zen rinzai da 30 anni presso il bukkosan zenshinji di Orvieto, guida spirituale M° Taino già allievo di Yamada Mumon Roshi Qualche annofa, dopo aver terminato il percorso formale (che non finisce mai e forse...mai inizia) ho scelto l'ordinazione monacale. Nonno sei volte. Padre tre volte. Sposato una volta.