esortazione del 16 novembre 2020

Il tempo nello zen: normalmente si dice il passato non c’è più, il futuro non c’è ancora, vivere il presente. In realtà la cosa è un po’ più complicata. Se vivessimo in questo modo vivremmo come ciechi aggrappati ad un presente privo di qualità, avulso dalla nostra storia, con scelte volte alla disperata ricerca di autoriconoscimento. Per capire meglio ci aiuta un koan che non è della nostra scuola ma è estremamente chiarificante: <<Deshan Xuanjian era un grande studioso del Sutra del diamante, ma non era un praticante Chan. Viaggiava verso sud alla ricerca del dharma, portando con sé i suoi commenti sul Diamond Sutra. Nel corso dei suoi viaggi si imbatté in una vecchia donna sul ciglio della strada che vendeva tè e torte di riso. Le chiese: “Chi sei?” Lei rispose: “Sono una vecchia che vende torte di riso”. Quando lui le chiese se poteva comprare da lei un rinfresco, lei chiese: “Venerabile sacerdote, cosa porta nella sua borsa?” Disse: “Sono uno studioso del Sutra del Diamante, e qui ho tutti i miei appunti e commenti”. Sentendo questo la vecchia disse: “Ho sentito dire che, secondo il Sutra del Diamante, la mente passata è inafferrabile, la mente presente è inafferrabile, e la mente futura è inafferrabile. Allora, dov’è la mente che vuoi rinfrancare con le torte di riso, o studioso? Se riesci a rispondere a questa domanda, puoi comprare una torta di riso da me. Altrimenti, dovrai andare a rinfrancarti altrove”. Deshan non fu in grado di rispondere. La vecchia lo indirizzò allora verso un maestro Chan nelle vicinanze. Deshan bruciò tutti i suoi appunti e commenti il giorno dopo>>

Cosa intende dire il koan? In primo luogo che non si ottiene l’illuminazione per via libresca o dottrinale e questo è assodato. Ma la solita vecchietta terribile dello zen cosa intendeva con la sua domanda?

Propriamente che il tempo è inafferrabile esattamente come la nostra mente. Ci sfugge esattamente come la nostra mente che costruisce castelli di aspettative e ricordi. E questo è sofferenza. Che armi abbiamo? L’unica vera arma a nostra disposizione siamo noi stessi in quanto illuminati. Se riusciamo a intuire mente e tempo dal punto di vista dell’assoluto, ecco che nel relativo potremo viverci il passato con le sue nostalgie gioie ricordi tristezze ed il futuro con i progetti grandi o piccoli che desideriamo realizzare. Non saremo costretti a cancellare nulla. Allora il presente si valorizzerà e la nostra identificazione nell’attimo non sarà più cieca ma consapevole ed attenta. Potremo così anche in questo modo salvare noi ed il mondo.

Pubblicato da zenrinzairoberto

nato a Trieste 12.1.47, residente da 2 anni in Tunisia, pediatra in terapia intensiva neonatale fino al pensionamento, successivamente in missioni all'estero come medico: Zimbabwe, India, Pakistan, Afghanistan. Pratica zen rinzai da 30 anni presso il bukkosan zenshinji di Orvieto, guida spirituale M° Taino già allievo di Yamada Mumon Roshi Qualche annofa, dopo aver terminato il percorso formale (che non finisce mai e forse...mai inizia) ho scelto l'ordinazione monacale. Nonno sei volte. Padre tre volte. Sposato una volta.